Descrizione


Ricevere un invito internazionale in una carriera artistica è sempre una gioia, un orgoglio. Soprattutto quando hai battaglie che non vuoi vincere particolarmente, ma non vuoi arrenderti.


In questa esperienza per primo ho studiato i bisogni della comunità coinvolta creando un filone di lavoro. Tutto questo durante i 5 giorni di quarantena. Ho potuto osservare, gruppi, età, motivazioni, energie vitali e di ogni incontro fortuito, trattenendo lo stupore o il rifiuto per portarlo alla dodicesima casa del MAP, per meditarlo, sentirlo e far fiorire le idee sempre a favore della costruzione dell'unità e dell'elevazione della coscienza.

Ci sono occhi espressivi, sorrisi, silenzio, dolore, solitudine, isolamento, insicurezza, disagio, forza, dolcezza, paura, sfiducia, desideri e non sapere da dove cominciare. Notai che la fiamma era bassa e che doveva servire da combustibile per accendere la curiosità.


La riunione con le autorità di Ocre e il rappresentante di riabitare con l'arte avvenuta nella scuola è stata fondamentale.

Nei piccoli paesini la scuola è il centro, il cuore della comunicazione e devo precisare che non c'è stato nessun rifiuto da parte del direttore e del personale docente, i quali non sapendo bene cosa sarebbe successo, temevano che la mia proposta non sarebbe stata possibile da realizzare in così poco tempo, dal momento che non ho proposto un solo murale, ma due e un mandala, e nonostante la follia apparente, la curiosità e la responsabilità di costruire nuovi sentieri, li ha predisposti a dare il meglio di sé. Sono stati la bussola indispensabile per la materializzazione dell'evento.


Forgiare alleati è stato un traguardo importante per iniziare l'avventura artistica in così poco tempo e in un luogo sconosciuto, quindi andiamo, per quello che siamo venuti!


Con queste informazioni e un cronogramma delle attività, pensavo cosa farò? E come lo farò?


Dopo lunghe passeggiate in montagna, sapendo che dopo San Panfilo di Ocre s’incontra solo il cielo, sono stata illumunata dalla natura.


E ho pensato: prima devo stimolare la popolazione adulta a partecipare, poi i fiori mi hanno soffiato nell'orecchio, e ho composto dei piccoli mazzolini di lavanda che ho chiuso con pezzi di stoffa e nastro adesivo che altri artisti di passaggio avevano lasciato nella dodicesima casa del MAP, e in compagnia della connazionale che mi accompagnava siamo andati a lasciare porta a porta in paese un invito con un mazzolino di lavanda. evviva! mi ha aiutato.


Quindi organizzammo il programma come segue:


Tre giorni per settimana disegnando: mercoledì, giovedì e venerdì, lunedì e martedì erano dedicati all'acquisto di materiale con artisti della regione loro avevano il ruolo fondamentale di guide, sanno dove comprare i materiali e a buon prezzo. Grazie a loro anche per prestarmi i pennelli che dovevano essere riconsegnati molto ben lavati secondo le indicazioni, e dall'abilità del maestro che ha tagliato il legno di supporto per il mandala, e ha fornito i contenitori per gli impasti, siamo riusciti a non spendere troppo dell'importo assegnato dall'organizzazione, per il materiale.


Ritorniamo alle squadre dei partecipanti, bambini e bambine: la mattina a scuola, in palestra dalle 9.00 alle 13:00 prima e seconda elementare in due sessioni separate, e così seguono la terza e la quinta, dopo la quarta, rispettando la ricreazione.


I lupi della scuola ebbero la grande idea di invitare i parenti dei ragazzi, a partecipare il pomeriggio a partire delle 15:00. Bingo! funzionò come un fascino. L'entusiasmo dei più piccoli è diventato contagioso ed è così che igli adulti sono arrivati a partecipare circa 30 persone ogni giorno.


I primi tre giorni sono stati dedicati al disegno e dopo una rilassante seduta collettiva di benessere, ci siamo concentrati su noi stessi e abbiamo iniziato ad esprimere ognuno con le proprie possibilità e in piena libertà, il rapporto con le emozioni oscure cercando cosi di illumunarle, in sinergia con la esemplarità del territorio.


Quel fine settimana mi sono dedicata a comporre il murali, come un puzle utilizzando i disegni di cada partecipante, un murale per ragazzi e un murale per adulti. Superata l'angoscia della proiezione... i proiettori non mancavano ma non volevano funzionare, e così l'occasione notturna per proiettare i murales si e trasformata in un raduno di amici che tracciavano le linee del murale condividendo pizza, birra e divertimento.


Per motivi tecnici e protocolli sanitari, i grandi non potevano partecipare alla pittura del murale della scuola e i più piccoli non dipingevano sul murale dei grandi, ma stavano sempre insieme, nei laboratori del pomeriggio, dove sono state create meravigliose atmosfere di convivialità montana, di amore, interrogazione, critica, gioia e di tranquillità.


I tre giorni della settimana successiva: lunedì, martedì, mercoledì erano dedicati a dipingere i disegni che già si riflettevano sulle pareti corrispondenti, senza alterare una traccia espressiva di ogni piccolo o grande personaggio.


Ogni sessione è stata una gioia, una festa, uno stupore, una scoperta, abbiamo suonato, cantato, ballato, adulti e bambini nel pomeriggio tutti i giorni venivano a dare la loro opinione per lavorare e costruire il murale di San Pánfilo de Ocre.


C'era ancora il mandala da realizzare, corri, tra i lupi della scuola materna, un gruppo di bambini mi aspettava, siamo riusciti a fare con i più piccolini un lavoro di 120 cm di diametro. uff! missione compiuta.


Durante l'esperienza, tornavo a casa piena di emozioni, soddisfazioni e gratitudine, tutti mi hanno offerto il meglio.


Ho scoperto anche magnifici artisti della zona, creatori di luce, insegnanti, con i quali ho avuto modo per qualche istante di chiacchierare e documentare i loro lavori.


Di notte andavo di ogni tanto al bar a parlare con la gitana, e proporre cambiamenti all'atmosfera e alla decorazione del luogo.


Ho potuto trovare gruppi di donne formidabili disposte a gestire spazi, idee creative, disposte a partecipare.


E così di tampone in tampone con la gentile neurologa che ha avuto anche il pesante compito di dover esplorare le mie narici ogni 48 ore, ho avuto anche l'opportunità in quei momenti di disagio di conoscerla meglio e apprezzare i suoi meravigliosi sogni di vedere Ocre e San Panfilo a colori.


Porto dentro di me tanti nomi, tante anime, persone forti e gentili che mi hanno guarito e fatto crescere.


Ho anche potuto collaborare con un artista in gamba italo-argentino, ho compartito un po' delle mie conoscenze nel suo atelier e ho confermato ancora una volta che la condivisione tra artisti è necessaria per ottenere retroalimentazione.


Certe domeniche mi sdraiavo sull'erba guardando il cielo e sentivo la forza del trascendere i confini, la ricchezza che le arti portano all'estensione sociale, l'importanza dell'identificazione culturale, la forza di queste proposte.


Che fortuna ho avuto, qualsiasi cosa possa fare per voi non esitate a chiamarmi, condivido volentieri con persone forti e gentili che sono divenuti miei amici. Grazie!

I giornalisti hanno lavorato professionalmente senza smettere di raccogliere ogni fase di ogni artista, ogni momento, una stampa efficiente con sensibilità.


Ho conosciuto Fossa, Barisciano, Fontecchio, Roio, ho assistito ad altri progetti e sono stata alle inaugurazioni. Ho camminato e sono sempre esistita circondata da vestigia medievali e barocche.


Senza dimenticare il D-day dell'apertura e della chiusura dove ancora una volta insieme, istituzioni educative, governative e di altro tipo, gli artisti, i visitatori e soprattutto i principali: gli attori e gli autori dell'opera, le persone di tutte le generazioni di San Panfilo di Ocre, tutti come una grande famiglia hanno organizzato un pomeriggio indimenticabile ricco di emozioni.


Chiusura con la ciliegina sulla torta. O meglio con il pomodoro ciliegino sulla mozzarella.

RIABITARE CON L’ARTE

Acciano-Fagnano Alto-Fontecchio-Fossa-OCRE-Poggio Picenze-San Demetrio ne’ Vestini-Sant’Eusanio Forconese-Tione degli Abruzzi e Villa Sant’Angelo

ES

IT

copyright Agorart 2021

artgraphic Eric nespy5euro